venerdì 3 agosto 2012

Intervista a Giovanni Masala


Giovanni Masala, docente di lingua e civiltà sarda presso il dipartimento di Lingue e Letterature romanze delle Università di Stoccarda e Zurigo, editore dei raffinati volumi della collana Sardinnia, è certamente uno dei maggiori alfieri della cultura Sarda all’estero.

Giovanni, ti va di descriverti?
E’ certamente difficile descriversi, dicoamo che ho fatto della mia passione (la lingua sarda) un lavoro, anche se non sono diventato, ma non era questo l’obiettivo. Insegno sardo all’univeristà di Stoccarda (città in cui vivo) e di Zurigo , il più bel lovoro del mondo! E inoltre il mio professore di Stoccarda, Georg Maag, mi ha aiutato a fondare Sardinnìa, la collana studi sulla Sardegna, di cui io sono il curatore. Finora abbiamo pubblicato 12 volumi, uno all’anno, su svariati argomenti sardi. Un click su questo sito: http://www.sardinnia.it mostra in breve i nostri sforzi.


Come è conosciuta la Sardegna in Germania? Che idea ha quel popolo di noi?
Un giorno a casa mia a Stoccarda è venuto un idraulico per una riparazione, un tedesco e mi ha chiesto la mia provenienza. Alla mia risposta mi disse che noi Sardi siamo “diversi" avendo avuto colleghi di lavoro sardi e reputandoli più affidabili rispetto agli altri italiani. Non so se è stato un complimento o meno, ma una mezza verità sicuramente. A volte se dici “Ich bin aus Sardinien” mi rispondono “Ah, bist du Sizilien” (vieni dalla sicilia). Ecco diciamo che molti confondono e scambiano la Sardegna con la Sicilia. Io sono là per farci conoscere meglio.
 
Ti senti indipendentista e se si come lo sei diventato?
Si mi sento indipendentista e sicuramente la lontananza dalla mia terra ha giocato un ruolo fondamentale. Ma la maggior parte dei Sardi all’estero, va detta la verità, la pensa diversamente. Aver conosciuto 10 anni fa iRS mi ha dato magior coscienza.

Reputi che la Gallura abbia delle specificità nell’ambito della nazione Sarda? Dicci la tua.
Per quanto riguarda i miei interessi scientifici e personali, la sua specificità linguistica e culturale, deve essere preservata, prima di tutto introducendo in tutte le scuole elementari galluresi due o tre ore obbligatorie della variante locale, esattamente come già si fa con l’inglese.

Dal tuo punto di vista la Sardegna potrebbe essere pronta per la piena sovranità nel medio termine?
Sicuramente potrebbe essere pronta ma è necessario che nel breve termine si punti al federalismo alla tedesca, in cui lo stato detiene alcuni ministeri, mentre il resto è di competenza delle regioni. Ma è fondamentale che a breve termine in Italia, al posto del senato, venga istituito il cosiddetto “Bundesrat” ovvero il Senato delle Regioni, formato dai preseidenti dei governi regionali e tre o quattro assessori, che una volta al mese si riunirebbe a Roma per discutere e approvare le leggi di competenza regionale. A seconda delle scadenze elettorali delle singole regioni il Bundesrat potrà essere di maggioranza di destra o di sinistra. Solo così le regioni italiane, ed anche la Sardegna, avranno davvero più poteri. Purtroppo la “attuale” proposta italiana per l’istituzione del senato delle regioni non prevede un sistema “tedesco” ma un senato in cui una giunta regionale non ha neanche diritto di voto, pertanto esautorato. Incredibile!

Ho una notizia per te. Diventi presidente della Sardegna: quale sarebbe la tua priorità?
Questa davvero è una domanda problematica e potrei darti una risposta “deformata” professionalmente. Che si introducano finalmente due o tre ore di Sardo nella variante locale nelle scuole elementari e che si assumano, solo a questo scopo, di concerto con il ministero, 3-400 insegnanti. Così dalla consapevolezza ed il prestigio della lingua locale dopo 10 o 15 ani si potrebbe passare a discutere di lingua unificata o comune.
Visto che vuoi darmi spazio ascolta i 9 minuti di musica e immagini dall’opera lirica i Shardana del nostro Ennio Porrino: ti verranno i brividi.


Andrea Randaccio
iRS Gallura

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